riccardo illy botti Grande scossone nella Commissione paritetica Stato-Regione in seguito alla condanna del Presidente Riccardo Illy in secondo grado della Corte dei Conti per la vicenda della vendita di edifici pubblici. Il magnate del caffè si è dimesso dalla carica e questa sua decisione ha innescato anche una richiesta di dimissioni del presidente del Consiglio regionale, Franco Iacop, e del consigliere Enzo Marsilio, entrambi del Partito Democratico, da parte del Movimento 5 Stelle.
«Profondo rammarico» per le dimissioni di viene espressa dalla presidente del Friuli-Venezia Giulia Debora Serracchiani. «Le dimissioni del presidente Illy - afferma Serracchiani in una nota - rappresentano di fatto una perdita per la Commissione, considerato il grande contributo in autorevolezza, concretezza ed equilibrio dell’ex presidente del Friuli-Venezia Giulia: un’autorevolezza riconosciuta trasversalmente da molte forze politiche. Non si può però che prendere atto della coerenza istituzionale di Illy - conclude - e rispettarne la decisione».
La prima sezione giurisdizionale centrale della Corte dei conti ha condannato l’ex governatore del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Illy, al pagamento di 700 mila euro assieme a tutta la sua giunta regionale di centrosinistra, che ha amministrato dal 2003 al 2008. In primo grado nel 2012, le accuse della Procura regionale contabile, che riguardavano la vendita di due immobili di proprietà della Regione, erano state respinte per il mancato raggiungimento di prova della colpa grave. I pm contabili valutarono il danno in 960 mila euro, ma i giudici non accolsero le loro tesi e assolsero gli amministratori. Ora invece i magistrati di secondo grado hanno rivisto la sentenza e deciso che la somma da restituire sarà di 700 mila euro. Ogni membro della giunta dovrà pagarne il 10%. Gli assessori coinvolti oltre al presidente sono Gianfranco Moretton, Augusto Antonucci, Ezio Beltrame, Enrico Bertossi, Roberto Cosolini, Franco Iacop, Enzo Marsilio, Gianni Pecol Cominotto, Ludovico Sonego.


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