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Teatro Miela affollato domenica pomeriggio per l’ultima, applauditissima, replica de “IL REGISTRO DEI PECCATI” di e con MONI OVADIA, prodotto dalla Promo Music di Bologna e proposto nel settore “Altri percorsi” da “Il Rossetti”, Teatro Stabile del FVG. Un profondo excursus nella filosofia e nel pensiero, nella “Weltanschauung” del mondo Chassidico, che è la rievocazione della fragilità umana ma anche proprio del suo carisma. Un “recital – reading” che lo hanno visto in scena per più di due ore spaziando attraverso tre filoni: il pensiero Chassidico appunto, le melopee e l’umorismo. Un monologo ricco di sfaccettature, di sfumature piene di fascino, di ricordi e di citazioni. Dalla spiritualità che è alla base dell’opera di filosofi, scrittori e scienziati come Freud, Brecht, Einstein, Marx, Trotsky ad artisti come Marc Chagall (meravigliosa la descrizione della sua opera “Il violinista”). Non sono mancati dei ricordi a Margherita Hack ed a Don Gallo. Due pilastri del pensiero e dell’azione, pur nella loro diversità di formazione. Attualità e politica, quesiti riguardanti temi particolari ed universali, dimostrano come certi argomenti siano l’essenza di ogni uomo. Realtà inconfutabili che il trascorrere dei secoli non riesce e non riuscirà mai ad usurare. Cambiano i tempi ma i cicli della storia e del pensiero si ripetono, si rincorrono, anche se con sembianze diverse. Racconti poetici, una melodia liturgica, narrazioni e storielle che lo hanno visto dominare la scena affascinando il pubblico che più volte lo ha applaudito a scena aperta. Straordinario il suo canto dove la voce ha spaziato fra registri bassi e sofferti, profonda, dolce, malinconica e toni acuti, come fossero rivelazioni liberatorie. Una tessitura vocale che ha incantato il pubblico, emozionandolo profondamente, sottolineando l’importanza fondamentale della voce umana come libera espressione ed anche di conoscenza di se stessi, dai primi vagiti di un bimbo che nasce alla “struttura” delle prime parole sino ad esprimersi e comunicare con il prossimo. Una delle chiavi per scavare in profondità nell’essere umano è riposta anche nell’umorismo ebraico, il “bagliore di luce”, come lo definisce Ovadia, necessario per debellare le efferatezze e le prepotenze, la vigliaccheria e l’egoismo che ci attorniano. Impervio percorso mirato alla riconquista della propria dignità. “Oggi, afferma Ovadia, si sacrifica tutto sull’altare del consumismo perdendo l’ispirazione all’interiorità di cui tutti dovremmo occuparci”.
Affermava Karl Marx: “ L’uomo non è un essere naturale: è un essere naturale umano”.

MARIA LUISA RUNTI
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