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Allestita al Magazzino delle Idee è aperta al pubblico dal 26 ottobre la mostra I GIORNI DEI MOSTRI E DELLE ASTRONAVI. 50 ANNI DI FANTASCIENZA A TRIESTE per celebrare il 50esimo anniversario del “Festival Internazionale del Film di fantascienza”, la cui prima edizione si svolse a Trieste nel 1963 e che nell’arco di vent’anni, fino al 1982, ospitò nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia grandi personalità come Forrest J Ackerman, Arthur C. Clarke, Roger Corman, Umberto Eco, Riccardo Freda, Frederik Pohl, Bertrand Tavernier.

Il Festival Internazionale del Film di Fantascienza fu fondato nel 1963 da un gruppo di giornalisti, critici, scrittori ed esperti della materia provenienti in parte dall’esperienza della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e in parte dal settore della stampa del capoluogo giuliano. La scelta di Trieste quale sede del Festival va ricondotta a molteplici fattori, lo stretto legame con gli Stati Uniti e quindi con le forme di cultura più popolari nei paesi anglosassoni, la posizione di confine e le radici mitteleuropee favorevoli ai rapporti con l’Europa dell’Est e l’URSS: condizioni che aprivano idealmente un ventaglio di rapporti con le produzioni cinematografiche di tutto il mondo. Il progetto fu immediatamente accolto dall’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Trieste, che imposto l’organizzazione del Festival con cadenza annuale nel mese di luglio. Un programma di otto-nove serate di proiezioni all’aperto, nel Cortile della Milizie del Castello di San Giusto, dominato da uno schermo gigante, proponeva a oltre mille spettatori i film del concorso per lungometraggi in lizza per il premio Asteroide d’Oro, affiancati da cortometraggi, documentari e filmati di animazione. Completavano il programma rassegne, retrospettive (come Fant’Italia, 1976; Fant’America 1: Tod Browning e Lon Chaney, 1977; Fant’America 2: Serials, 1978) e manifestazioni collaterali (mostra d’arte e di libri e periodici, tavole rotonde, incontri con cineasti e letterati). Nell’arco di venti edizioni il Festival della Fantascienza riuscì a costruire un palinsesto che mescolava cinema alto e basso, dando conto di una vasta produzione, originale ed eterogenea, e attingendo dalle produzioni anglosassoni come da quelle dei paesi al di la della Cortina di Ferro, dal cinema d’autore come dalle factory votate all’exploitation. Si affermò da subito come una delle manifestazioni più seguite e amate dal pubblico triestino, acquistando contemporaneamente fama mondiale. Dall’esperienza giuliana presero ispirazione, fra gli altri, i festival di cinema fantastico di Sitges e di Parigi, di Bruxelles e Roma. La manifestazione triestina interruppe invece la sua parabola nel 1982, proprio mentre la science fiction si affermava a tutti gli effetti come genere mainstream. Dopo quasi vent’anni, nell’anno 2000 il festival e stato rilanciato con la sigla Trieste Science+Fiction dal centro ricerche La Cappella Underground.
I giorni dei mostri e delle astronavi era il titolo di un documentario girato dal giornalista Italo Soncini durante una delle prime edizioni del Festival Internazionale del Film di Fantascienza di Trieste. Nel 50esimo anniversario della prima edizione, datata luglio 1963, quel titolo torna quanto mai attuale e diventa la sigla di una mostra realizzata per raccontare come ha avuto inizio, nel capoluogo giuliano, l’invasione annuale di alieni e robot, zombie e vampiri, creature e mutanti, navi spaziali e cybernauti; il flusso, in verità, si era interrotto nel 1982, per poi riprendere nell’anno 2000. (Prov TS)
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