sclerosi multipla Riceviamo la seguente lettera, che volentieri riportiamo:



Sul giornale “Il Piccolo” di Trieste, il quotidiano più letto in questa provincia, è stato pubblicato il 17 settembre un articolo a firma del prof. Mauro Giacca, docente di Biologia Molecolare dell’Università di Trieste, intitolato “Quando la scienza viene trattata nei talk show”, cui abbiamo ritenuto utile rispondere.
Di seguito la replica inviata al giornale, a firma di Alessandro Rasman.

Abbiamo letto con rammarico sul Piccolo di martedì 17 settembre l’intervento del prof. Mauro Giacca, docente di Biologia Molecolare dell’Università di Trieste, intitolato “Quando la scienza viene trattata nei talk show” (https://docs.google. … V1pxdHQ2SXYyOE0/edit ).

Ci è dispiaciuto leggere la sua scivolata relativamente agli studi sulla correlazione tra l’insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI), scoperta dal prof. Paolo Zamboni nel 2007, e la sclerosi multipla (SM), malattia gravemente invalidante che colpisce 63.000 italiani (oltre 400 a Trieste) di cui purtroppo non si conoscono ancora né le cause né una terapia definitiva e valida per tutti, nonostante le ingenti risorse investite per la ricerca soprattutto nel ricco settore farmaceutico.

Nel suo intervento il prof. Giacca elenca come fatti una serie di inesattezze, probabilmente a causa di un’errata conoscenza su questo argomento, che impongono alcune precisazioni:

1) il prof. Zamboni non ha mai affermato che “la SM possa essere curata con un intervento di angioplastica in grado di allargare le vene”.

2) non è vero che manchino sull’argomento “prove sperimentali o un presupposto causa-effetto”, semplicemente vi sono studi ecografici contrastanti (come nel caso di Cosmo di Aism) ma tutte le meta-analisi finora pubblicate in letteratura hanno confermato un’associazione tra CCSVI e SM mentre una dozzina di studi flebografici ha totalmente dimostrato questa correlazione;

3) lo studio Cosmo di Aism citato dal prof. Giacca è solo uno dei tanti studi in corso e ha gravi difetti metodologici che molti colleghi avevano denunciato sin dalla sua partenza nel 2010;

4) a non arrendersi non ci sono solo degli “epigoni” ma tutti coloro che credono nella Scienza, soprattutto se libera da conflitti d’interessi con le case farmaceutiche;

5) solo lo studio clinico Brave Dreams (e altri simili), attualmente in corso, e a cui parteciperà anche la Clinica Neurologica di Trieste (anche loro epigoni di Zamboni?) chiarirà l’efficacia dei trattamenti di angioplastica (PTA) nei malati di sclerosi multipla;

6) su una cosa Giacca ha ragione: la scienza non si fa né nei talk show, né sui giornali. Si fa con pubblicazioni scientifiche, congressi, confronti tra scienziati. Difatti, mentre venivano pubblicate queste parole, il Congresso mondiale sulle malattie del sistema venoso conferiva l’Award 2013 delle migliori comunicazioni scientifiche proprio ad un componente del team di Paolo Zamboni per il suo lavoro sulla CCSVI.
http://ccsvi-sm.org/?q=node%2F1868
Perché ostacolare la ricerca? Cui prodest?

Alessandro Rasman
per l’Associazione CCSVI nella Sclerosi Multipla Onlus

Sclerosi Multipla, Alessandro Rasman