nur bulajDAL 7 AL 9 SETTEMBRE NELL’AUDITORIUM DELL’EX PESCHERIA IN PROGRAMMA UN CONVEGNO “AFGHANISTAN, OLTRE IL GRANDE GIOCO” CON GIORNALISTI, SCRITTORI, ANTROPOLOGI, STUDIOSI ED ESPERTI DELLA QUESTIONE AFGANA
Al Salone degli Incanti-ex Pescheria la mostra della fotoreporter Monika Bulaj “Nur Luce-Appunti afgani”.
La mostra, che con le parole di Bulaj “è un viaggio solitario nella terrà degli afgani, dividendo il cibo, il sonno, la fatica, la fame, il freddo, i sussurri, il riso, la paura, spostandosi con bus, taxi, cavalli, camion, a dorso di yak. Dal confine iraniano a quello cinese sulle nevi del Wakhan. Armati soltanto di un taccuino e una Leica, fatti per l’intimità dell’incontro, Balkh, Panjshir,Samanghan, Herat, Kabul, Jalalabad, Badakshan, Pamir Khord, Khost wa Firing….Parlando con gli afgani ho scoperto che la guerra è una macchina miliardaria che si autoalimenta e che pur di funzionare arriva al punto di pagare allo stesso nemico…Una terra abbacinante, dai cieli sconfinati e così inondata di sole…Un Paese nudo, dove un albero ha una maestà senza uguali e l’individuo non ha spazio per l’arroganza. Ma anche disperato – racconta Monika Bulaj – dove la donna è schiacciata dal tribalismo…dove si rischia la vita solamente andando a scuola e dove nelle periferie i bambini si svegliano alle quatto del mattino per andare a prendere l’acqua con gli asini…”
Tante immagini di grandissima qualità, in bianco e nero e a colori, in cui spicca la sensibilità della donna fotoreporter che si è rifiutata di viaggiare con i militari, riuscendosi a mescolare tra la gente e alle loro tradizioni, in situazioni spesso delicate in ospedali, moschee, bagni pubblici, palestre, scuole e prigioni, nei villaggi kirghisi e nelle città-spettro come Kabul, ottenendo fiducia. Ne è emerso un altro Afghanistan, al di là degli stereotipi, anche quello delle donne, le più depresse e sofferenti, raccontate attraverso gli scatti che sanno cogliere le espressioni più vere e autentiche. Ma anche gli ultimi nomadi, i Kuchi, privati dei loro pascoli e ridotti a larve nelle città, in case-buche, dove la metà dei neonati non riesce a sopravvivere. Il dramma della nuova epidemia delle auto-immolazioni e delle mine anti-uomo, che aumentano. Le prigioni minorili dove vengono gettate le adolescenti fuggite dai matrimoni forzati o le case rifugio dove si nascondono dalla prigione, dalla vendetta dei clan e della loro stessa famiglia.
Dopo essere stata presentata a Venezia nella Loggia di Palazzo Ducale e a Roma alle Officine Fotografiche, l’esposizione sarà ospitata a Trieste, nella suggestiva cornice dell’ex Pescheria - Salone degli Incanti, arricchita da nuove immagini e testi e da alcuni interventi negli spazi aperti della città.
Il Sindaco Roberto Cosolini ha ringraziato Monika Bulaj “per averci consentito di portare a Trieste un’esposizione di così grande fascino e di alto livello qualitativo che sa coinvolgere gli spettatori trasmettendo emozioni”. “Mi ha colpito lo straordinario connubio capacità tecnica-valore artistico, la viaggiatrice che attraverso la sua opera comunica con grande impatto e sensibilità. E l’ex Pescheria si è rivelata una sede perfettamente congeniale e naturale per la sua mostra ma anche per gli ospiti che in settembre (dal 7 al 9) saranno al centro di un convegno sull’Afghanistan. Una bella avventura che riempirà l’estate triestina, accanto alle numerose e variegate proposte culturali e di intrattenimento”.
Monika Bulaj ha spiegato che “La vecchia Pescheria ‘cuore segreto’ di Trieste, maestosa e trasparente, è diventata sede della mostra con un’installazione minimale: l’abbiamo riempita con voci di bazar e strade di Kabul, con pianto di donne, canti di bambini e mistici sufi, ululati, nitriti, belati del grande silenzio dell’Hindukush e del Pomir. I volti degli afgani si sono adeguati con naturalezza nelle nicchie vuote e si affacceranno anche dalle finestre murate e nei vicoli della città, confondendosi con le ombre dei passanti, come presenza discreta: sono i ‘Passaggi Afgani a Trieste’”.
La mostra – ha quindi aggiunto la Bulaj – sarà un’occasione d’incontro con i grandi testimoni della storia afgana, ricercatori, giornalisti, diplomatici, medici, che nel corso di tre giornate, dal 7 al 9 settembre, saranno protagonisti di un convegno “Afghanistan, oltre il grande gioco”, che si terrà nell’Auditorium del Salone degli Incanti-ex Pescheria, dove si parlerà di spiritualità e antropologia, storia e attualità, guerra e quotidianità, focalizzando la questione giuridica e l’odissea dei profughi afgani in Europa”. Vi parteciperanno: Emanuele Giordana, giornalista, cofondatore di Lettera22, direttore del mensile “Terra” e direttore responsabile dell’Agenzia multimediale “Amisnet” di Roma; è uno dei conduttori di Radiotre Mondo a Rai Radio 3 e tra i promotori dell’iniziativa “Afgana”; nel dicembre 2011 ha ricevuto con Lisa Clark, a nome di “Afgana”, il Premio per la Pace Tiziano Terzani, Enrico De Maio, diplomatico già ambasciatore d’Italia in Pakistan e Afghanistan, Elisa Giunchi, autrice di due saggi su “Afghanistan” e “Pakistan” e docente di Storia e istituzioni dei paesi islamici al Dipartimento di studi internazionali della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Milano, Soraya Malek, principessa afgana discendente del re riformatore Amanullah (esiliato in Italia e morto in Europa agli inizi del secolo scorso), Giovanni Pedrini, antropologo e orientalista, responsabile del progetto di ricerca “Identità etniche e frontiere culturali nel Wakhan Pamir (Afghanistan)” dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Giuliano Battiston, ricercatore e giornalista freelance, scrive reportage, in particolare dall’Afghanistan ed è attualmente impegnato in due ricerche sulla società civile afghana e la percezione afgana della presenza straniera. Sergio Ujcich, portavoce ufficiale del Centro Culturale Islamico di Trieste e del Friuli Venezia Giulia, Alexandre Papas, ricercatore presso il Centre National de la Recherche Scientifique di Parigi, storico dell’Islam e dell’Asia centrale; nel 2006 ha ricevuto il premio per la miglior tesi di dottorato presso l’Istituto per lo studio dell’Islam e le società del mondo musulmano; si occupa principalmente di misticismo Sufi, di venerazione del sacro e delle questioni politico-religiose in Asia centrale e nelle zone limitrofe dal 16° secolo ad oggi; Fuad Khaled Allam, scrittore, giornalista e sociologo algerino naturalizzato italiano; ricercatore universitario della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Trieste, dove dal 1994 insegna Sociologia del mondo musulmano e Storia e istituzioni dei paesi islamici, nonché Islamistica all’Università di Urbino; Hermann Kreutzmann, professore di Geografia Umana, direttore del Centro di studi sullo sviluppo, direttore dell’Istituto di Scienze Geografiche presso la Freie Universitat Berlin, con all’attivo una pluriennale esperienza di ricerca sul campo nelle regioni dell’Asia centro settentrionale; attualmente riveste la carica di consigliere e ricercatore principale del Competence Network “Crossroads Asia” finanziato dal Federal Ministry of Education and Research (BMBF - Bundesministerium für Bildung und Forschung); Antonio De Lauri, dottore di ricerca in Scienze Umane - Antropologia della Contemporaneità. È Fondation Maison des Sciences de l’Homme Postdoctoral Fellow a Parigi e Nanterre. Ha curato i volumi Poesie afgane contemporanee. Un percorso tra le vie della conoscenza (2005); Pratiche e politiche dell’etnografia (2008); Giustizia (2008) ed è autore del libro “Afghanistan. Ricostruzione, ingiustizia, diritti umani” nel quale analizza i limiti del tentativo di ricostruzione giuridica e giudiziaria in Afghanistan, con uno sguardo da antropologo-giurista.
Seguiranno proiezioni di film e di documentari.

MONIKA BULAJ

Nata a Varsavia nel ’66, Monika Bulaj è fotografa, reporter free lance e documentarista. Dopo gli studi di filologia all’Università di Varsavia, si è dedicata alla ricerca antropologica, approfondendo in particolare il tema della fede. Considerata da alcuni “la migliore fotografa sul tema del sacro”, ha pubblicato diversi libri di fotografia e reportage. Collabora con La Repubblica, Corriere della Sera, National Geographic, GEO, Il Venerdi, D, East, Courrier International, Io Donna, Gazeta Wyborcza, Il Piccolo e altri. Ha all’attivo circa 60 mostre personali, tra New York e Il Cairo. E’ stata insignita dei seguenti premi: Grant in Visual Arts 2005 da parte di European Association for Jewish Culture; Premio Francesco Gelmi di Caporiacco 2008; Premio Chatwin 2009 “Occhio assoluto”; The Aftermath Project Grant 2010; Premio Luchetta-Hrovatin 2011; TEDGlobal Fellowship 2001, Premio Tomizza 2012.

orario
da lunedì a venerdì dalle 17 alle 23
sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 23

ingresso
intero € 6,00
ridotto € 4,00
gratuito fino a 14 anni

visite guidate con Monika Bulaj
sabato 4, domenica 5 agosto e domenica 23 settembre 2012 - ore 18

visite guidate
domenica 12, 19, 26 agosto 2012 e 2, 9 e 16 settembre 2012 - ore 11

info
+39 040 3226862
info_expescheria@comune.trieste.it

www.triestecultura.it