debora serracchianiI “kamike” politici non vanno più di moda. Non in casa Pd, almeno. Nonostante gli inviti a farsi avanti, infatti, nessuno ha voluto tentare l’impresa, vale a dire sfidare Debora Serracchiani sul terreno delle primarie di partito per la scelta dell’anti Tondo. Fino a ieri, vigilia della scadenza fissata per la presentazione delle candidature, di avversari non s’era vista nemmeno l’ombra. Tanto che anche i più prudenti tra i democratici davano ormai per impossibile il colpo di scena al fotofinish. Ai potenziali sfidanti, del resto, resta davvero poco tempo: i giochi si chiudono ufficialmente alle 18 di oggi nella sede triestina di via XXX Ottobre. «Fino a questo momento non si è fatto avanti nessuno e dubito che possa succedere all’ultimo momento - osservava ieri Tarcisio Barbo, presidente dell’assemblea regionale del Pd -. Domani quindi (oggi ndr) prenderemo atto dell’assenza di candidature alternative a quella di Serracchiani e ritireremole firme raccolte a suo sostegno. L’attività di raccolta delle sottoscrizioni non ha presentato difficoltà, vista anche l’esiguità dei numeri richiesti». Il regolamento in otto punti approvato dall’assemblea regionale lo scorso 21 luglio - data in cui Serracchiani ha annunciato ufficialmente la volontà di correre per la carica di governatore del Friuli Venezia Giulia - prevede in effetti soglie “facili” da raggiungere: per considerare valida la candidatura dell’europarlamentare basta la firma del 10% dei componenti dell’assemblea, scelti tra i rappresentanti delle varie realtà provinciali della Regione. Più che sui numeri, che di certo non mancheranno, l’attenzione si concentrerà sull’identità dei firmatari. Sarà gustoso, cioè, verificare chi, oltre ad annunciare il a parole il sostegno al segretario regionale, ha deciso anche di agire operativamente. Una volta terminati i conteggi, ai vertici dell’assemblea del Pd non resterà che ufficializzare la corsa di Serracchiani e dichiarare di fatto decadute, proprio per mancanza di sfidanti, le primarie di partito. Di quelle di coalizione, invece, si parlerà solo dopo la pausa estiva. «Ci sarà tempo per discuterne - commenta ancora Barbo -. Lasceremo passare Ferragosto prima di riprendere i contatti e discutere di alleanze. Intanto, però, possiamo concentrarci su questo risultato: l’assenza di altri nomi per le primarie interne, ha dimostrato conevidenza quantola scelta di Serracchiani abbia ricompattato il partito. La sua candidatura - conclude Barbo - rappresenta un investimento per il Friuli Venezia Giulia. Perchè, checchè ne dicano Tondo e la sua maggioranza che continuano ad attaccarla, Debora ha tutti i numeri per essere un ottimo presidente della Regione». (m.r.)
(da Il Piccolo)