ave ninchiAve Ninchi, nasce ad Ancona da una famiglia di attori teatrali il 14 dicembre 1915, ma si trasferisce a Trieste con la famiglia a soli sette mesi. Cugina dei grandi Annibale e Carlo Ninchi, a soli cinque anni, grazie a loro, esordisce nel ‘Glauco’ di Morselli.
Ave frequenta la scuola elementare in lingua tedesca e il liceo classico ‘Dante Alighieri’ e dopo il diploma si trasferisce a Pesaro dove viene assunta come impiegata all’Istituto Nazionale delle Assicurazioni (INA). A vent’anni, nel 1935, decide di intraprendere la carriera artistica, iscrivendosi a Roma all’Accademia Nazionale di Arte Drammatica e le sue caratteristiche le permettono di ritagliarsi subito uno spazio di rilievo nel mondo dello spettacolo di quegli anni. Dopo l’Accademia, infatti, entra nella compagnia di prosa Betrone-Capodaglio-Carini e, successivamente, fa parte delle migliori formazioni.
La sua versatilità le permette di interpretare parti brillanti, ruoli del teatro classico (’Medea’, 1949) e del teatro drammatico (’Dialoghi delle Carmelitane’, 1952) e della Rivista.
L’;esordio sul grande schermo avviene nel 1944 in ‘Circo equestre Zabum’, di Mario Mattoli, dove recita insieme ad Aldo Fabrizi. Ben presto diventa l’attrice non protagonista più richiesta del nostro cinema. Questo la porta a recitare di fianco ai più grandi interpreti del periodo: Anna Magnani (’Un uomo ritorna’ e ‘L’onorevole Angelina’), Amedeo Nazzari (’Un giorno nella vita’) e Vittorio De Sica (’Cuore’ e ‘Natale al campo 119′).
Ave interpreta, quindi, ruoli briosi e bonari, che le danno modo di mettere in luce le sue sanguigne doti di caratterista e l’espressività colorita ed esuberante della sua recitazione e dà prova delle sue capacità recitative anche in film drammatici. In uno di questi, “Vivere in pace” (di Luigi Zampa, 1946) si aggiudica il Nastro d’argento.
La sua popolarità cresce anche grazie alle commedie interpretate insieme a Totò ed Aldo Fabrizi (’Guardie e ladri’, ‘Totò cerca moglie’ e ‘I pompieri di Viggiù’) e Paolo Stoppa, Nino Taranto, Peppino De Filippo, Carlo Dapporto e Alberto Sordi, sotto la direzione di autori come Monicelli, Emmer, Steno e Mastrocinque.
A teatro, Garinei e Giovannini la vogliono come presenza fissa al Sistina in ‘Un mandarino per Teo’. Sul palcoscenico inoltre si dedica anche a testi classici (’I dialoghi delle carmelitane’ e ‘La Mandragola’).
Poi, grazie alla partecipazione ad alcuni dei grandi sceneggiati degli anni Sessanta, fra i quali ‘Il mulino del Po’, ‘Le anime morte’ e ‘Le sorelle Materassi’ ottiene un meritato successo anche in TV. Agli sceneggiati si aggiunge la partecipazione come protagonista del varietà di Antonello Falqui ‘Speciale per noi’, con Aldo Fabrizi, Bice Valori e Paolo Panelli. In questo spettacolo del sabato sera lei e la Valori danno vita ad esilaranti scenette, nelle quali vestono di volta in volta i panni di mogli di personaggi di grosso calibro, politici, cantanti, miliardari, calciatori e capi clan.
Il suo sorriso bonario e l’aria da massaia saggia sono le rendono la protagonista ideale per un famoso spot tv, così come per un rubrica di ricette di cucina.
Nel 1981, decede il marito e Ave decide di trascorrere qualche tempo a Verona prima di trasferirsi definitivamente, nel 1986, nella sua Trieste. Trova ancora il tempo di lavorare nel 1988, conducendo un programma per bambini ‘Il sabato dello Zecchino’ mentre l’anno successivo la Rai le dedica il programma biografico in quattro puntate ‘Confidenzialmente Ave’.
Una lunga malattia causata da una grave forma di diabete la costringe a lunghi periodi di ricovero in ospedale. Ave Ninchi ci lascia il 10 novembre 1997 nella sua nella sua casa di Trieste.