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DSCN1126.JPGTrieste è famosa per essere la città del muro. Ma a differenza con quello di Berlino il nostro resiste ormai da molti anni e non ha nessuna intenzione di cadere, anzi… Naturalmente parliamo del muro dell’amato bagno alla Lanterna appena restaurato e riverniciato di fresco, e da pochi giorni partito verso una nuova e brillante stagione estiva dopo una affollatissima festa di inaugurazione ufficiale.
Certe cose possono succedere solo da noi, sembra, e la storia del muro divisorio fra uomini e donne, probabilmente unico resto in Europa di una tradizione in pretto stile asburgico, ha fatto il giro del mondo attraverso articoli sui giornali e interviste tv, fatto oggetto di ironici servizi dalla stessa rubrica nazionale ”Linea blu” ma, in fondo, motivo di orgoglio per noi triestini. Lo storico bagno resterà tale e quale anche se siamo nel Duemila, la vasta clientela che lo prende d’assedio fin dalle prime ore del mattino per accaparrarsi i posti migliori sul bagnasciuga o una sedia libera potrà dirsi soddisfatta. Perché ”el Pedocin” fu sempre il bagno popolare per eccellenza, malgrado il nomignolo non troppo benevolo appiccicatogli addosso (ma prima lo chiamavano ”ciodin” dato che il chiodo per i vestiti bisognava portarselo da casa).
Fin dall’800 la scogliera lungo il molo Santa Teresa (oggi Fratelli Bandiera) era il luogo preferito dalla povera gente per prendere il sole sulle rocce chiamate ”cape” (come i merletti sugli abiti delle signore). Poi nei primissimi anni del ‘900 in quella zona fu costruito lo stabilimento pubblico in legno con tanto di staccionata divisoria fra uomini e donne come allora si usava.
Le pene contro eventuali sconfinamenti fra le due zone erano assai severe ”per difendere la decenza” e vigevano divieti di ogni genere: non si potevano introdurre cani o cavalli (!), proibiti canti e schiamazzi, in caso di mare agitato il bagno veniva subito chiuso ecc.
Era anche vietato uscire dalla spiaggia pubblica; arrampicarsi sul molo teresiano o, peggio, passeggiarvisi sopra veniva punito con una multa o addirittura con l’arresto. Negli anni ‘30 le strutture in legno vennero sostituite col calcestruzzo e nacque così il famoso muro che divide a metà lo stabilimento estendendosi fin dentro il mare. Non c’è stato finora verso di abbatterlo e alla fine degli anni ‘80 quando fu indetto un referendum per decidere il suo destino, i cittadini all’unanimità scelsero di mantenerlo.
Vox populi… e da quel momento il bagno alla Lanterna è entrato nella storia. Non solo ma il celebre muro ha fatto il suo ingresso anche nel mondo del teatro ispirando due commedie. Insomma è proprio roba da Guinness dei primati!
Liliana Bamboschek(IL PICCOLO)