risoto caperozoli(indice ricette) Ingredienti:

1 Kg di caperozoli (arselle o vongole)
250 gr di riso
1 bicchiere di vino bianco
2 spicchi di aglio
prezzemolo
1 limone
olio
sale

Preparazione:

Pulire bene i caperozoli, grattandoli all’occorrenza. Quindi dovete spurgarli lasciandoli in ammollo per tre ore in acqua e sale. Disporli in una padella bassa e molto larga, coprire e aspettare che si aprano.
Potete mettere la padella sopra una pentola con acqua bollente per fare prima. Togliere le valve e salvare il liquido residuo dei caperozoli avendo l’accortezza di filtrarlo (c’è sempre un po’ di sabbia). In una pentola mettere due cucchiai di olio e uno spicchio d’aglio; quando l’aglio imbrunisce va tolto. Aggiungere il riso, mescolare bene e allungare prima con il vino e poi con il liquido dei caperozoli (quello salvato).
Quando il riso è a metà cottura, mettere i caperozoli in pentola, sempre mescolando bene con il cucchiaio di legno. Quando il risotto è pronto aggiungere il prezzemolo ben tritato e il sugo del limone.

Variante poco usata: aggiungere alla fine alcuni funghi in umido.

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schinkenflecken(indice ricette) Ingredienti:
3 etti di farina
3 uova
200 gr di prosciutto crudo o cotto (non spalla)
1 confezione di panna da cucina
50 gr di burro
sale
noce moscata

Preparazione:
Per realizzare questa pasticciata di prosciutto all’austriaca, preparare la pasta sfoglia con la farina, 2 uova, un po’ di sale, due cucchiai di acqua tiepida (all’occorrenza). Impastare con le mani e tirare bene la pasta sfoglia con il matterello. Quindi tagliarla a quadrelli con la rotellina (ovviamente potete usare anche la pasta all’uovo già pronta). In una terrina sbattere il rosso dell’uovo rimanente e mescolarlo con il prosciutto ben tagliuzzato, aggiungere la panna e le chiare a neve e un pizzico di noce moscata grattugiata. In una pirofila o una teglia da forno ben unta di burro alternare strati di quadrelli di pasta e di prosciutto preparato come istruzioni sopra. Cucinare in forno ben caldo per 40 minuti.

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gran pampel calderone(indice ricette) Questa è la ricetta segreta della bevanda misteriosa degli speleologi triestini. Si tratta di una pozione di origine nordica, arrivata a Trieste nel secondo dopoguerra. E’ molto utile agli speleologi in quanto conferisce calore e coraggio oltre la misura umana. Alcuni “druidi” asseriscono che nella ricetta diffusa in internet manchi un ingrediente segretissimo, tramandato solo verbalmente da druido a druido. Ma vediamo questa ricetta:

Strumenti:
- una pentola di ferro
- un colino con manico lungo e fori di 2 millimetri circa di diametro
- un falò dal fuoco vivace

Personale:
- 1 druido
- 2 aiutanti (bubez)

Ingredienti:
- 1 litro di vino bianco
- 1/4 di rhum fantasia
- 1 etto di zucchero
- 1 etto di frutta fresca di stagione
- 10 grammi di burro
- 1 chiodo di garofano
- 1 pezzetto di cannella

Preparazione:
Versare il vino nella pentola, sistemare un contenitore di vetro al suo interno, e versarci il rhum. Ora si può accendere il fuoco. Togliere la buccia alla frutta e tagliarla a piccoli pezzetti, quindi gettarla nella pentola assieme ai chiodi di garofano e la cannella sbriciolata. Appena inizia a bollire la brodaglia, levare il contenitore del rhum dalla pentola e tuffarci invece il burro.
I due aiutanti (bubez) devono alimentare il colino del druido officiante; uno versa lo zucchero e l’altro il rhum bollente. Dopo la prima accensione infuocata del colino la fiamma non deve mai spegnersi e qui conta l’abilità del druido che, con continui sapienti movimenti, farà rotolare senza sosta nel colino la melassa infuocata, in maniera da far cadere nel pentolone le gocce di zucchero infuocato e perciò caramellato. Quando tutto il ruhm e lo zucchero sono finiti, il druido si raccoglie in meditazione e immerge e solleva ripetutamente il colino nel pentolone infuocato; mentre il gruppo degli speleologi intona l’inno al dio Odino, fa elevare quindi dal pentolone alte fiammate, sino a quando, in concomitanza con la fine dei cantici, spegne il fuoco e inizia l’orgia.

Il canto propiziatore:
Durante la fase finale del rito tutto il gruppo, insieme agli officianti, deve intonare la seguente canzone propiziatoria, al fine di elevare lo spirito e prepararsi ad accogliere la sacra bevanda:
“Odino, Odino,
non stane mandar acqua,
manda vino!”

(indice ricette)


ricette triestine, Gran Pampel, speleologia, ricetta segreta



dondoli(indice ricette) El nome dondolo par chel’l vegni perché sti moluschi che ga nome scentifico Cappa Verrucosa e per talian se ciama Tartufi di Mare, in grazia del suo profumo - i se movi dondolandose come co i se scondi soto la sabia.

Ingredienti:
1 Kg de dondoli
oio per frizer
farina
oio de oliva
2 ciare de ovo
sal

Netar i dondoli scartazandoli soto l’acua de spina e verzer con un picio cortel la scorza, che la ga un color bianco sporco con picie mace scure.
In una piadinela missiar farina, acua tiepida, oio e un fià de sal fin che la pastela diventa morbida e lissa. Lassarla riposar meza ora e zontarghe le ciare sbatude a neve. Passar i dondoli ne la pastela e frizerli in oio de boio. Se no gavè sai voia de lavorar, i dondoli xe boni anche crudi, conzai con oio e limon.

TRADUZIONE

Il nome Dondolo (scientifico: Cappa Verrucosa - italiano: Tartufo di mare, per il suo profumo) deriva dal movimento del mollusco, specie quando si nasconde sotto la sabbia.

Ingredienti:
1 Kg di dondoli
olio per friggere
farina
olio di oliva
2 albumi
sale

Pulire i dondoli grattandoli sotto l’acqua del rubinetto e aprire le valve con un piccolo coltello. In una terrina mescolare farina, acqua tiepida, olio di oliva e un pizzico di sale, finché la pasta diventa morbida e liscia. Lasciatela riposare per mezz’ora e aggiungere gli albumi sbattuti a neve. Passare i dondoli nella pasta e friggerli nell’olio bollente. Se non avete voglia di lavorare, i dondoli sono buoni anche crudi, conditi con olio e limone.

(indice ricette)


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krafen(indice ricette) Questi dolci, di origine austriaca ma diffusi ormai in tutto il mondo, sono stati e sono ancora molto comuni a Trieste, dove un tempo venivano preparati anche con le patate, variamente farciti e serviti come antipasti.

INGREDIENTI :

500g di farina
100g di burro
50g di zucchero, 50g di lievito di birra, 100ml di latte
3 uova e 1 tuorlo
la scorza di 1 limone, un pizico di sale, 1 cucchiaino di rum
olio per friggere

PROCEDIMENTO :

Sciogliete il lievito in una terrina con il latte tiepido, 1 cucchiaino di zucchero e un pò di farina. Quando il composto sarà raddoppiato di volume, frullatevi le uova una a una, il sale, lo zucchero, la farina, la scorza di un limone, il rum e infine il burro fuso tiepido.
Lavorate il tutto energicamente fino a che vedrete comparire delle bollicine in superficie, quindi coprite con una salvietta e lasciate lievitare al caldo per una mezzora, trascorsa la quale stenderete l’impasto sulla spianatoia, opportunamente infarinata, allo spessore di un dito.
Con un bicchiere ricavate delle rondelle e spennellatene i bordi con la chiara d’uovo rimasta; prendetene la metà e ponete al centro di ciascuna 1 cucchiaino di marmellata, quindi copritele una a una con l’altra metà dei tondi, avendo cura che gli orli si attacchino bene tra di loro.
Lasciate lievitare i CRAFEN coperti da una salvietta e nel frattempo fate riscaldare 2 dita d’olio in una capace casseruola; di seguito friggete i CRAFEN pochi per volta a pentola coperta. Dopo qualche minuto, capovolgeteli e fateli dorare, stavolta a tegame scoperto, anche dall’altro lato.
Poneteli ad asciugare su carta assorbente, spolverateli di zucchero a velo e serviteli ancora caldi.

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