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Applauditissima “Giselle” con il Balletto di Roma a Operaestate Festival di Bassano

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di Maria Luisa Runti

Il 26 luglio nell’ambito di Operaestate Festival (importante e pregevole rassegna internazionale) a Bassano del Grappa, il Balletto di Roma ha presentato al Teatro Remondini una suggestiva, particolarissima edizione di “Giselle”, il famoso balletto classico-romantico su libretto di Théophile Gautier musicato da Adolphe-Charles Adam. Gautier si ispirò a “De l’Allemagne” di Heinrich Heine la cui lettura lo aveva profondamente colpito per la magia dei luoghi descritti e, soprattutto, per la narrazione della Saga delle Villi. Nella mitologia dei popoli slavi sono spiriti di giovani fanciulle morte infelici perché tradite o abbandonate prima del matrimonio, vendicative e spettrali, incapaci di trovare riposo eterno nella morte. Il racconto parte infatti da questi spiriti, il cui nome deriva dalla radice slava “vila” che significa fata. Nel libro di Heine, inoltre, le Villi provano un irrefrenabile desiderio ed un amore appassionato per la danza: passione che sarà poi fonte di ispirazione per il libretto. Grande merito va al Balletto di Roma per aver voluto affidare la coreografia dei due atti a due Maestri contemporanei diversi: Itamar Serussi Sahar e Chris Haring che, tra realtà e leggenda, hanno creato uno spettacolo di fortissimo impatto emozionale evidenziando amore, tradimento e vendetta con due stili differenti ma del tutto armonici fra loro. Un proseguio incalzante e sinergico che, pur sottolineando due interessantissimi e personali linguaggi espressivi, è riuscito ad offrire al folto pubblico presente in sala, due spaccati del racconto di grande rilievo, soffusi di magia, pur nella crudezza materico-gestuale dei danzatori. Richard Van Kruysdijk e Andreas Berger hanno rielaborato le musiche di Adam per rendere più contemporanea la danza e far udire anche le voci sommesse dei ballerini in un affresco corale atemporale poiché amore, tradimento e vendetta fanno, da sempre, parte della vita.
giselle-bdr-phmatteo-carratoni.jpeg Il primo atto, con la coreografia di Itamar Serussi Sahar, si apre in un silenzio scandito soltanto dal battito sul petto delle mani dei danzatori. Quasi dei cuori pulsanti prima che i corpi si lascino andare a contorsioni di sapore erotico che si alternano a movenze “statiche” come fossero, a tratti, delle statue di gesso che poi si tramutano, grazie anche alle splendide luci, in anime dannate che si esprimono con la mobilità del corpo. Al tacere della musica, nel finale, sembra di vedere un fondale marino dove i danzatori si trasformano in pesci ed uccelli, abbandonano la calzamaglia divenendo “anime nude” alla morte di Giselle, la giovane contadinella innamorata del principe Albrecht che si era presentato sotto mentite spoglie.
Chris Haring ha impresso al secondo atto (che si svolge in una radura illuminata dalla luna nei pressi della tomba di Giselle) un’atmosfera surreale di palpiti all’unisono, movimenti e gestualità corali che trasmettono pensieri e profonde emozioni con una fantastica plasticità espressiva. Musica, voci, risate preludono ad una sorta di tempesta finale in cui si alternano colpi di tamburino e passi cadenzati. Vita e morte si intrecciano in un vortice esistenziale in cui ciascuno degli spettatori può percepire anche una parte di se stesso, con un alito di speranza poiché, infine, l’amore di Giselle salva Albrecht e ridona pace alla fanciulla. Straordinaria la prestazione di tutto il corpo di ballo (Marcos Becerra, Francesco Saverio Cavaliere, Roberta De Simone, Siro Guglielmi, Fabio Novembrini, Luca Pannacci, Valentina Pierini, Eleonora Pifferi, Roberta Racis e Raffaele Scicchitano) plasmata dai due Coreografi con eloquente, duttile e vigorosa magia interpretativa. Magnifico e di grande effetto il disegno luci - video di Matteo Carratoni. Sette minuti di calorosissimi, intesi applausi hanno coronato il successo della serata.


MARIA LUISA RUNTI
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