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MARIO GARCIA DURHAM: il Presidente dell’APAP si racconta a NYC

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Intervista esclusiva per “Eliconie”
di
Maria Luisa Runti

Solare, simpaticissimo, ospitale, Mario Garcia Durham è il Presidente ed Amministratore delegato dell’Associazione delle Performing Arts Presenters (APAP) con sede a Washington. L’APAP è la più importante piattaforma a livello mondiale che, annualmente, vede impegnati i Top Managers ed i Direttori Artistici dei più prestigiosi Festival Internazionali a valutare spettacoli o parte di essi, delle migliori Compagnie attualmente, appunto, alla ribalta internazionale facendo apprezzare le esibizioni più interessanti ed innovative sia dal punto di vista artistico che creativo. Oltre 1.500 i suoi membri in tutto il mondo, si dedica a sviluppare e sostenere svariate branche delle arti e dello spettacolo presentando in tale meeting annuale (NYC, 9-13 Jan. 2015) il meglio delle loro produzioni onde poterle promuovere a livello internazionale. Il suo scopo è quello di sostenere lo sviluppo professionale, la condivisione delle risorse, e l’impegno civico producendo un cambiamento sostanziale di crescita e di tutela dei suoi membri, abbattendo le barriere in modo che tutte le forme d’ arte possano circolare liberamente. Mario Garcia Durham è Uomo eclettico, di profonda e vasta cultura, grande umanità ed esperienza non solo nel campo delle arti ma anche in quello amministrativo-gestionale; ha fatto parte di numerosi consigli di amministrazione e comitati consultivi speciali. 2-mario-garcia-durham-foto-maria-luisa-runti È stato Direttore della National Endowment for the Arts (NEA) e, dopo aver ricoperto numerosi incarichi in qualità di Direttore Artistico presso il Yerba Buena Center for the Arts, nel 2000 ha fondato la Yerba Buena Arts & Events, organizzazione che produce l’annuale Yerba Buena Gardens Festival. L’evento, “open air”, offre più di 100 spettacoli gratuiti da parte della San Francisco Opera, il San Francisco Ballet ed altre importanti istituzioni per un pubblico di ben 100.000 e più partecipanti. E’ membro del Consiglio direttivo della Comunità PBS WETA a Washington, DC e dell’Università Arts Management Advisory Council americana. Laureato all’ Università di Houston in Storia della Letteratura Inglese, mi ha raccontato che da ragazzo avrebbe voluto fare l’attore ed il danzatore. Furono i suoi primi ambiti di studio, a cui si dedicò con passione, unendovi anche quello del violino. In seguito le strade della vita lo hanno portato a prendere altre decisioni ma Arte e Cultura, sempre profondamente amate, gli sono rimaste nel DNA, permettendogli di spaziare a tutto campo ed apportandovi innovazione e valore aggiunto. 4-mario-garcia-durham-e-staff-foto-maria-luisa-runti

Lei è molto interessato e coinvolto in una svariata gamma di branche artistiche. Ho letto che da ragazzo fu membro del Patsy Swayze Houston Jazz Ballet Company…

Ho amato ed amo tutte le arti. Sì, da ragazzo volevo fare l’attore ma mi piaceva anche la danza. Ebbi degli insegnanti che non solo amavano e rispettavano l’arte ma anche i giovani. Iniziai a studiare danza. Mi piacciono ed interessano moltissimo sia la danza che la musica classica con i suoi grandi compositori nonchè il jazz. Studiai anche violino con Marcella Bobba, una fantastica componente della Houston Symphony Orchestra. Fui danzatore per quasi tre anni. A quel punto della mia vita decisi, invece, di laurearmi in Storia della Letteratura Inglese. Avrei voluto dedicarmi anche alla giurisprudenza, approfondii diversi settori nel campo del management e mi dedicai a quello amministrativo; fui funzionario di banca ed in seguito divenni amministratore e direttore artistico. Purtroppo di sola arte non si vive e quindi mi sono dedicato a supportarla con la direzione amministrativa ed il business.

Durante i suoi incarichi alla NEA, vi fu un evento straordinario: il suo contributo e partecipazione come ospite d’onore ad una serata di poesia organizzata dal Presidente Obama e da sua moglie Michelle, nell’ambito della NEA Opera Honors.

Il Presidente Obama ama moltissimo ospitare alla Casa Bianca tutte le arti, fra cui musica, poesia, letteratura e danza, creando degli eventi particolari. In effetti in quel periodo lavoravo alla NEA, agenzia per le arti, che offre supporto e fondi ai più promettenti progetti artistici e perciò mi fu richiesto, proprio dalla Casa Bianca, di organizzare una serata di poesia, collaborando a creare questo evento che ha coinvolto molti artisti ed ha avuto una notevole risonanza. E’ stata una serata magnifica, di grande rilievo e successo.

Il tema del meeting APAP di quest’anno non solo è molto interessante ma anche prezioso a livello umano: “TOGETHER”, INSIEME. Mi dica delle strategie creative e degli scambi culturali a livello mondiale per creare sviluppo, crescita, conoscenza nonchè sviluppo del turismo.

Nella nostra esperienza il problema da affrontare non è soltanto il reale valore degli spettacoli; il rischio è quello di calcolare, in primis, le spese vive da affrontare anziché il livello artistico degli esecutori. Essi non sempre chiedono come e dove si possono proporre i loro spettacoli ma quanto investimento e rendita essi possano creare. Il valore non mira tanto agli scambi, esperienze e collaborazioni reciproche quanto al denaro. Un’altra cosa da sottolineare, che molto spesso gli artisti dimenticano, è che le organizzazioni artistiche, oltre a divulgare gli spettacoli, sono degli straordinari veicolatori di economia poichè incrementano il turismo, la qualità della vita e gli affari. Questo è un importante topico che cerchiamo di dimostrare anche al sindaco ed al governo. Noi, infatti, contribuiamo all’economia ed allo sviluppo e crescita della qualità della vita, sostenendo arte ed artisti. Purtroppo, e lo so bene, ci sono anche persone che non amano l’arte sebbene noi tentiamo di cambiare e salvare il mondo anche proprio grazie all’arte stessa ed inoltre dobbiamo andare incontro ed avvicinarci ai giovani. Ad essere realistici, un altro problema è rappresentato dall’opera lirica che non è molto recepita nonostante i nostri importanti teatri. I produttori, ovviamente, dovrebbero incrementare l’audience. Il Metropolitan ha delle ottime produzioni ma il problema sono i costi che, spesso, non si riescono a coprire. Vi sono solamente tre repliche per opera e, pur essendoci un certo qual interesse da parte del pubblico, la sfida è proprio quella di riuscire a realizzarle. Nel nostro programma APAP vi è una partecipazione internazionale che rappresenta un punto cruciale. Fra i nostri membri vi sono più di 30 Paesi e cerchiamo di incrementare ed incoraggiare ulteriori partecipazioni internazionali che apportino valore aggiunto.

Vi è anche l’Italia?

Pochissime le adesioni italiane, poichè purtroppo dipende anche dal budget di cui dispone il suo governo.

Musica, opera, danza, poesia, fra i settori più rilevanti. Qual è l’importanza della cooperazione fra i Festival e delle partnership nelle rappresentazioni artistiche dove APAP è leader a livello mondiale?

Riuniamo un vastissimo numero di organizzazioni, compagnie e festival, credo il più ampio al mondo. Penso che ciò che distingue APAP è come decidiamo e come consideriamo le strutture coinvolte. Vi sono tre punti da tenere presenti ed esaminare. Il primo è lo sviluppo professionale, la discussione e la conversazione fra i membri. Il secondo sono le performances e gli esecutori. Il terzo è l’expò che ad essi viene dedicato e dove possono produrre e mettere in mostra tutto ciò che attiene alle loro attività artistiche ed infine vi è, importantissima, la parte contrattuale poiché esibendosi e facendo conoscere il loro lavoro possono adire a contratti e quindi vivere… Ciò è fondamentale per gli artisti poichè senza contratti non possono nè far crescere la loro arte nè, appunto, vivere. Quest’anno, oltre al susseguirsi, di eventi, spettacoli, conferenze e riunioni che hanno visto coinvolti più di 1000 artisti provenienti da ogni parte del mondo, vi sono stati 385 artisti espositori disposti su tre piani di stands.

Quale l’importanza delle nuove tecnologie e delle reti?

Amo la tecnologia, è molto importante, tuttavia può creare una sorta di problemi relazionali. Ho letto un articolo molto interessante: “La tirannia della tecnologia”. Importantissima per la divulgazione dei risultati, per intraprendere business e per il nuovo modo di lavorare in sè che, comunque, rappresenta non solo un costo a livello tempo-uomo ma anche relazionato al suo costante aggiornamento proprio a livello tecnologico dei diversi programmi. Dobbiamo tener sempre ben presente il fattore umano, non dimentichiamolo, il rapportarsi con le persone, diversamente non vi è possibilità di crescita senza conoscenza.

MARIA LUISA RUNTI
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