Ott
01
BERNARDI e BORGHESI: “La Bottega dell’Antiquario”. Intervista a due voci.

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di Maria Luisa Runti

Un’intervista a due voci, questa, poiché Giulia Bernardi e Roberto Borghesi sono i due pilastri complementari su cui ruota l’azienda ed è impensabile che l’uno sia portavoce dell’altro. Una coppia formidabile nella vita e nel lavoro, cui si dedicano con dedizione e passione profonda. Competenza, serietà rigorosa e professionalità fanno parte del loro DNA. C’è sempre un sorriso ad accogliere il cliente o il visitatore curioso di avventurarsi in un mondo a lui sconosciuto, sempre una parola gentile ed un’ ospitalità calorosa, piena di “coccole”, come dice Giulia, perché chi si accomoda nel loro salotto o nel loro laboratorio deve sentirsi a proprio agio. Due esperti a tutto tondo (Giulia Bernardi é perito in gemmologia e preziosi del Tribunale e della C.C.I.A.A. di Trieste e collabora con le principali case d’asta ed enti pubblici e privati della Regione. Roberto Borghesi è presidente dell’associazione Antiquari del F. V. G., mediatore e perito autorizzato della C.C.I.A.A. e del Tribunale di Trieste in preziosi ed orologeria d’epoca e moderni) che spaziano in molteplici settori “tecnici” ma si dedicano anche alla stesura di raffinati trattati a valenza storica come: “Il tesoro riscoperto” (trattato di gioielleria e oreficeria tradizionale del litorale adriatico tra il XVIII ed il XIX secolo) e “Oreficeria triestina, istriana e dalmata dalla fine del XVIII secolo agli albori del XX secolo”. Altra loro chicca è stato un ciclo di interessantissime conversazioni radiofoniche con notizie, curiosità, ed approfondimenti sui temi dell’oreficeria ed orologeria d’epoca, atto ad avvicinare il vasto pubblico ad un mondo che non dovrebbe essere solo di nicchia. Sono dei “commercianti-artisti” molto speciali che all’amore per il loro lavoro uniscono quello per il loro prossimo.

Nella storica azienda Bernardi che si occupava di numismatica Giulia vi introdusse anche la sezione del gioiello. Dal 1999 assieme al marito, costituisce la “Bernardi&Borghesi”.
Roberto:
Con il nostro matrimonio abbiamo deciso di creare da zero una nuova attività dove ciascuno di noi due potesse portare la propria esperienza e personalità. Abbiamo strutturato il nostro lavoro su due binari paralleli. Uno si occupa della compravendita di gioielleria e metalli preziosi, l’altro di perizie per il tribunale, camera di commercio, enti ed istituzioni.

In che cosa consiste l’attività di perito del tribunale?
Giulia: Nell’acquisire, beni, gioielli, assi ereditari e lasciti di vario genere di cui bisogna quantificarne il valore. Con il laboratorio peritale, che è un laboratorio gemmologico in primis, abbiamo la possibilità di dare un’expertise dettagliato.

Molteplici dunque le vostre “mansioni di bottega”… mi piace usare questo temine perché mi fa percepire un qualcosa di caldo, di accogliente…
Roberto: è proprio ciò che noi abbiamo cercato di fare. Come ben sai non siamo mai stati una gioielleria “in strada”. Abbiamo preferito avere uno studio al piano dove gli ospiti possano sentirsi a loro agio, parlare, avere informazioni storiche, filologiche e scientifiche sul pezzo che intendono acquistare o far stimare.

E’ un rapporto di consulenza altamente qualificata che viene pagata o che precede quella che può essere poi la compravendita dell’oggetto? Rappresenta fonte di lavoro?
Roberto: assolutamente sì, perché vi dedichiamo tempo e risorse. Quando vendiamo un oggetto esso è sempre, comunque, accompagnato da una perizia storica e/o gemmologica a seconda delle necessità. Sia per quanto attiene ad un oggetto antico che ad uno moderno.
Giulia: in questo campo abbiamo due linee di pensiero che talvolta cozzano per quanto riguarda la perizia del manufatto. A volte mi capita di innamorarmi a tal punto dell’oggetto in esame che mi dimentico di farla pagare, penso che dovrei essere io a dover ricompensare il cliente per aver avuto la gioia di poter esaminare un pezzo che mi ha permesso di aggiungere valore alla mia esperienza!

Conoscendovi da lunga data posso dire che voi unite alla grande competenza e professionalità una profonda componente umana, un importante valore aggiunto, con i tempi che corrono…!
Roberto:
nutriamo una profonda passione per ciò che facciamo.
Giulia: un esempio, uno dei lavori più interessanti che abbiamo fatto è stato l’aver potuto analizzare 9460 pezzi che facevano parte dei lasciti austroungarici all’Archivio di Stato. L’assessore del tempo volle farne un’importante pubblicazione e per circa un anno e mezzo noi li studiammo uno ad uno.

Un lavoro poliedrico e multidisciplinare dunque…
Roberto: abbiamo unito all’attività di perizie e compravendita anche quella di mediazione, ovvero mettiamo in contatto chi vuole vendere e comperare beni di una certa importanza in modo da soddisfare sia la domanda che l’offerta. E’ un’ottima via perché normalmente si vende e realizza molto più di quanto avverrebbe vendendo direttamente ad un qualsiasi commerciante e chi compera spende notevolmente meno, vi è infatti solo una piccola provvigione relativa all’intermediazione.

Avete una rete di contatti che va al di fuori della regione?
Roberto: certo, è molto importante il rapporto fiduciario. Riusciamo a comprare e vendere definendo il prezzo giusto, unendo la nostra perizia che viene riconosciuta sia in Italia che all’estero.
Giulia: E’ chiaro che il contatto umano è sempre un aspetto fondamentale. Lavoriamo soprattutto con il Nord Italia, con la Slovenia, con la Croazia e, moltissimo, con l’Austria. Abbiamo avuto le nostre prime opportunità in Russia ed ora stiamo mettendo delle piccole radici in Cina. Una sorta di scommessa, grazie ad una nostra conoscenza che lavora in quel paese già da molti anni e che ci ha messo in contatto con una rete di antiquari parecchio interessati agli oggetti che noi possiamo eventualmente fornire loro.

Ascoltando i vostri pensieri sembrerebbe che non ci sia crisi, invece la crisi c’è…
Roberto: sì che c’è, ed ampia! A seconda della fascia del valore degli oggetti che ci capita di dover stimare o trattare vi sono dei piani differenti. Oggi, per noi, è molto più semplice trattare articoli che abbiano un valore dai 10000.00 eu in sù piuttosto che uno medio basso. La crisi ha colpito soprattutto la classe media, ora assolutamente impossibilitata ad acquisire appunto, beni od oggetti come un tempo. Un po’ per la paura dello spendere in sè, un pò e soprattutto per la normativa assurda che è stata imposta in Italia la quale limita lo spendere in contanti entro i 1000.00 eu, creando un blocco psicologico anche se comunque viene rilasciata fattura. In Slovenia si possono spendere a cash fino a 5000.00 eu, idem dicasi per l’ Austria. E’ un sistema che non tutela nessuno!

Voi siete molto rigorosi in tutto ciò che riguarda la parte gestionale ed economico finanziaria, vi è una grandissima trasparenza da quanto ho avuto modo di constatare… Nasce per etica, per amore del lavoro? Considerando i tempi in cui viviamo e chi ci governa, come mai siete così onesti???
Giulia: per quanto mi riguarda, per la mia genetica di base austroungarica! Ma anche per quella di Roberto, sta nel nostro DNA! Nella nostra forma mentis.

Oggi come oggi come vi sentite compensati dallo stato?
Roberto: malissimo! Lo scorso anno abbiamo pagato il 68% di tasse. Abbiamo dovuto adire ad un finanziamento in banca per poterlo fare. Faccio sempre questo esempio: “nessun parassita uccide l’animale che lo ospita”. Lo stato sta operando in modo tale che chi è in grado di farlo possa andarsene. Ecco perché la classe colpita è quella media, per motivi di paura e di necessità.

Possiamo ancora parlare di investimenti?
Roberto: Chi ha disponibilità, dopo i crolli della borsa e con un mercato mondiale fermissimo, ha capito che poteva tentare un’altra forma di investimento: ovvero nel prezioso, nel diamante, nell’arte antica poiché tali beni si trovano a prezzi molto più competitivi di quanto non lo fossero anni fa e noi cerchiamo di fornire il prezzo migliore.
Giulia: ai fini di un investimento è importante acquisire in modo giusto. Normalmente metalli e diamanti mantengono inalterato il loro potere d’acquisto.

Come spiegate il fenomeno dei negozi “vendo-compro oro” fioriti come funghi?
Roberto: La gente vende per necessità, per pagarsi le bollette e le spese correnti, perciò c’è stato un boom di questi negozi che ora però stanno un po’ alla volta chiudendo per mancanza di “materia prima”.

Sterlina e lingotto sono le due sole forme sicure per investire in oro?
Giulia: no, in qualsiasi forma si acquisti l’oro, anche a 14 carati, è importante che lo si acquisti come oro e non come oggetto, ovvero braccialame e catename a peso.

Un tempo c’era più attenzione all’oggetto in sé, anche se non di grande valore, ai fini dell’acquisto da parte vostra; ora invece viene soprattutto preso in considerazione il metallo a meno che il gioiello non abbia pietre importanti…
Roberto: infatti sé l’oggetto è facilmente acquisibile da una certa fascia di utenza, possiamo consideralo positivamente; in caso contrario, se le pietre sono piccole o non ha un rilevante plus valore lo acquistiamo come metallo che, unito ad altri pezzi similari, viene stimato per il cliente solo come oro ed in seguito da noi venduto per la fusione.

Questo procedimento ha quindi un costo, come viene calcolato per il cliente?
Giulia: con una leggera percentuale diversa rispetto al fixing della valutazione dell’oro in sé, per ammortizzare i costi di gestione e le tasse. Abbiamo comunque sempre lavorato con una bassissima percentuale di guadagno ma sulle grandi quantità.

La crisi in Italia…
Giulia: se le cose permangono tali saremmo costretti a pensare di trasferirci in un altro paese. In Italia non si trovano più nuove opportunità, stiamo cercando di allargarci ad altri mercati, come ad esempio la Cina a cui si accennava prima.
Roberto: è triste che non solo l’Italia ma l’Europa in genere si stia “facendo del male” da sola, non siamo in grado di difendere le nostre posizioni, i costi di produzione sono assolutamente insostenibili. L’ultima notizia europea, non ancora divulgata, e che se si applicasse nel nostro settore sarebbe un disastro, è che un mese fa l’oro bianco è stato messo al bando. Esso contiene una piccola componente di nichel e ciò potrebbe provocare allergie nell’1% della popolazione. L’Europa accetta e riconosce solo quello certificato “nikel free” e la moderna produzione lo è ma, secondo loro, tutto il rimanente di quella passata dovrebbe venir fuso e ricreato.

In italia non si può quindi vendere dell’oro bianco che non sia di recentissima produzione?
Roberto: la normativa europea prevede che non possa essere venduto nei paesi CEE ma nei paesi extra CEE è invece possibile farlo, il che è una vergogna…

Una notizia sul “Sole 24 ore” che mi ha molto colpito: Il crollo dell’argento, da 30 anni a questa parte è andato ai minimi storici… sembrerebbe che una delle cause o concause sia stata l’acquisizione del metallo da parte dei cinesi per la costruzione di pannelli fotovoltaici.
Roberto: già in periodi recenti vi era un trend negativo. La parte oggettistica, nel mercato dell’argento, è minimale a livello mondiale: circa il 10%. Il rimanente riguarda l’industria ma ciò vale anche per l’oro, si parla del 15%, che, oltre ad essere un bene di investimento, viene usato anche nel settore aereospaziale, elettronico, ecc. Essendo il prezzo dell’argento fino, ovvero del lingotto, molto diminuito negli anni l’investire in argento comportava delle spese di stoccaggio che non erano più convenienti ed avevano ripercussioni sull’acquisto e, di conseguenza, sulla sua estrazione. Nell’industria è stato soppiantato da metalli di recente scoperta, come cadmio, rodio e iridio che hanno una resa maggiore.
Giulia: Dobbiamo anche dire che l’argento è molto difficile da lavorare. Ad esempio la lavorazione di una moneta d’argento costa tre volte tanto quella di una in oro. Esso è meno duttile e malleabile come caratteristiche fisiche ed una grandissima offerta sul mercato fa si che la domanda diminuisca.

Voi avete quattro figli… come vedete il loro futuro?
Giulia: Domanda difficilissima… fino a qualche tempo fa, felice delle mie quattro maternità, pensavo che ci sarebbe stata una quarta possibilità per la continuazione della nostra azienda che io sento come una famiglia. Ora invece che tutto sta diventando terribilmente faticoso, penso che, se vorranno intraprendere strade diverse, guardare ad altri paesi, non sarò io a fermarli, anzi li benedirò in questo.
Roberto: io auguro loro di riuscire a realizzare un qualcosa che li gratifichi. E’ chiaro che saremmo onorati e felici se almeno uno di loro volesse continuare ciò che noi abbiamo “messo in piedi”. Noi trasmettiamo loro la passione per il nostro lavoro, sperando che si radichi profondamente, diversamente cercheremo di aiutarli a perseguire le loro aspirazioni. Purtroppo, per come stanno oggi le cose in Italia, ciò che li aspetta è un lavoro all’estero dove potranno portare la loro cultura e storia d’origine in modo che tali valori rappresentino una marcia in più nel paese dove si troveranno. L’Italia non è un paese per giovani.


Affermava Michail Bakunin: “La prosperità dello stato è la miseria della nazione reale, del popolo”.

MARIA LUISA RUNTI
© Riproduzione vietata

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